Le torri costiere del Salento sono una serie di torri di avvistamento che risalgono al XVI secolo e che furono costruite lungo la costa salentina per proteggere il territorio dalle incursioni dei pirati saraceni e dei Turchi. Si dice che in totale siano state costruite circa 247 torri, di cui molte sono ancora visibili lungo la costa salentina.
Le prime torri costiere, con funzione d’avvistamento, risalgono all’800 e fino al 1400 costituirono il primo baluardo difensivo contro l’invasione dei Turchi. Nel XV secolo furono usate contro gli attacchi dei Saraceni, che, per cinque secoli, invasero le coste pugliesi.
Insieme alle masserie fortificate sono ormai simbolo del Salento.
Numerosissime sono quelle erette nel tratto di costa che porta da Santa Maria al Bagno a Torre Colimena.
Questi fortilizi sono posti a intervalli regolari per creare un collegamento a vista non solo tra torre e torre, ma anche tra torri costiere e masserie fortificate. Le lievi ondulazioni di terreno consentivano, infatti, un controllo a largo raggio mediante una serie di torri interne che sorgevano isolate e che erano state realizzate con l’unico scopo di difendere il territorio: Torre Ascanio, Torre Termite, Torre Mozza, Torre del Cardo hanno certamente avuto questa funzione e, con la loro mole massiccia, dominano ancora oggi il disegno del paesaggio rurale dell’Arneo.
Ma come funzionava il sistema d’allarme contro i popoli invasori? Nelle torri vivevano due o tre persone con compiti diversi, i cavallai e le vedette. Queste ultime controllavano l’orizzonte dal punto più alto della torre e, appena scorgevano navi nemiche, mandavano segnali d’allarme alle altre torri e alle masserie fortificate nell’entroterra attraverso la luce delle torce o il suono di campanelle. Dalle torri, quindi, partivano i cavallai che, al grido “Mamma li Turchi” avvisavano i paesi interni e i presidi di soldati presenti nei castelli di Copertino, Gallipoli, Otranto, Lecce ecc.